Turismo montano e ricerca scientifica: il contributo del Team CRESTA dell’Università di Torino all’International Mountain Conference 2025

La partecipazione all’International Mountain Conference 2025 (IMC) si inserisce nel quadro delle iniziative scientifiche di rilievo internazionale dedicate allo studio e alla valorizzazione dei territori montani. Questo prestigioso appuntamento, che si tiene a cadenza triennale, rappresenta uno dei principali momenti di confronto tra ricercatori, esperti e professionisti provenienti da tutto il mondo, impegnati nell’analisi delle dinamiche ambientali, sociali ed economiche che interessano le aree montane.

L’IMC si distingue per l’approccio interdisciplinare e per la capacità di connettere la ricerca accademica con le sfide concrete che le montagne affrontano oggi, come il cambiamento climatico, l’overtourism, la gestione sostenibile delle risorse e l’evoluzione delle forme di accoglienza. In questo contesto, la partecipazione ai convegni tematici rappresenta un’occasione preziosa per condividere esperienze, presentare studi di caso e contribuire al dibattito scientifico internazionale sul futuro delle terre alte.

Il turismo in montagna è oggi al centro di un acceso dibattito, alimentato da notizie e discussioni sui media e sui social network che segnalano un aumento delle presenze nelle aree alpine e nei rifugi. Questo fenomeno, spesso raccontato con toni allarmistici, solleva interrogativi importanti: stiamo assistendo a un sovrasfruttamento delle montagne? Il cambiamento climatico sta modificando la domanda turistica? E, soprattutto, il turismo in montagna può essere davvero sostenibile?

A queste e ad altre domande cercheranno di rispondere i ricercatori del Dipartimento di Management dell’Università degli Studi di Torino, membri del Team CRESTA, che da oltre vent’anni svolgono attività di ricerca specifica sul turismo alle medie e alte quote. Il loro contributo sarà protagonista in diverse sessioni dell’International Mountain Conference 2025 (IMC2025) di Innsbruck, uno degli appuntamenti scientifici più rilevanti a livello internazionale per chi si occupa di ricerca sulle aree montane.

I relatori e i temi delle sessioni

Tra i protagonisti delle sessioni dedicate al turismo montano, il Prof. Riccardo Beltramo, terrà una relazione nella plenaria del convegno, portando l’esperienza e la visione maturate in anni di studi e progetti sul campo ed esponendo i risultati di un’indagine condotta recentemente, con la collaborazione dei gestori dei rifugi montani italiani. Insieme a lui, interverranno anche i colleghi e membri del Team CRESTA: il Prof. Stefano Duglio, il Prof. Ivan Gnesi, il Prof. Giovanni Peira, il Prof. Alberto Gianola e il Dott. Giorgio Mina.

Le sessioni IMC2025 dedicate al turismo montano vedranno la presentazione di ricerche e analisi su temi di grande attualità:

  • Overtourism nei rifugi alpini: Un’indagine condotta nel 2025 con la collaborazione dei gestori di rifugi italiani ha permesso di raccogliere dati preziosi su come il turismo stia cambiando e su quali siano le principali criticità percepite dagli operatori. I risultati saranno presentati e discussi per capire se la nuova domanda turistica sia compatibile con la capacità di carico delle montagne e con le sfide poste dal cambiamento climatico.
  • Evoluzione dei rifugi alpini: I rifugi non sono più solo semplici punti di sosta per escursionisti e alpinisti, ma stanno diventando vere e proprie imprese turistiche, capaci di offrire esperienze sempre più ricercate e servizi di alto livello. Questo cambiamento, se da un lato rende la montagna più accessibile, dall’altro pone nuove sfide in termini di impatto ambientale e gestione sostenibile.
  • Il punto di vista dei gestori: Un aspetto innovativo delle ricerche presentate riguarda il coinvolgimento diretto dei gestori dei rifugi, considerati osservatori privilegiati dei fenomeni di overtourism e dei cambiamenti in atto. Le loro testimonianze aiutano a comprendere meglio le dinamiche locali e a individuare strategie di gestione più efficaci.
  • Impianti sciistici di bassa quota e cambiamento climatico: I piccoli comprensori sciistici di bassa quota, sempre più minacciati dall’aumento delle temperature e dalla scarsità di neve naturale. Studi recenti, condotti su località piemontesi come Balme e Piamprato Soana, mostrano come il tempo a disposizione per trovare soluzioni sia limitato: entro 20-25 anni sarà necessario ripensare il modello di sviluppo di queste comunità.