Rifugio GEAT Val Gravio: Storia di pietra, bosco e memoria

Nel cuore del Parco Naturale Orsiera Rocciavrè, nel vallone del Gravio sopra San Giorio di Susa, sorge il Rifugio GEAT Val Gravio, una tipica baita alpina costruita nel 1928 dal Gruppo Escursionisti Accademici Torinesi (GEAT). Immerso in una natura rigogliosa e protetto dai venti freddi grazie alla sua orografia nord-sud, il rifugio è raggiungibile solo a piedi, attraverso antiche mulattiere che attraversano boschi di castagni, faggi e larici. [www.parchi...picozie.it], [rifugidelpiemonte.it], [www.piemon...eitalia.eu]

Fin dalla sua fondazione, il rifugio è stato punto di riferimento per escursionisti, alpinisti e amanti della montagna, offrendo ospitalità semplice e sostenibile: elettricità da fonti rinnovabili, riscaldamento a legna, cucina tradizionale piemontese e un’accoglienza calda e familiare. [www.geatcaitorino.it], [www.turism...torino.org]

Ma la sua storia è anche segnata da una ferita profonda.

Il 10 maggio 1944, durante l’operazione di rastrellamento nazifascista denominata Habicht, la Val Sangone e le valli limitrofe furono teatro di violenze estreme: combattimenti, eccidi, deportazioni e incendi devastarono borgate come Forno e Pontetto. In quel contesto, il Rifugio GEAT Val Gravio venne dato alle fiamme dalle truppe tedesche e repubblicane, accusato di aver ospitato partigiani. Cinque giovani provenienti da Coazze furono fucilati e sepolti in una fossa comune, poi riesumati il 18 maggio. Le Brigate Garibaldi denunciarono torture e uomini sepolti vivi, in uno dei capitoli più atroci della Resistenza piemontese.

La distruzione del rifugio fu una rappresaglia contro le bande partigiane che operavano nella zona, e segnò un momento di lutto per la comunità escursionistica torinese. [www.caitorino.it]

Nel 1950, il rifugio fu ricostruito grazie al lavoro solidale dei soci GEAT, e nel 1999 restaurato nuovamente. Oggi, il Rifugio Val Gravio non è solo un luogo di ristoro e bellezza naturale, ma anche un simbolo di resilienza e memoria, testimone silenzioso di una storia che intreccia la passione per la montagna con il sacrificio per la libertà.

La visita compiuta oggi al Rifugio da Riccardo Beltramo e Stefano Duglio rientra nelle attività dell'Osservatorio sul Turismo nei Rifugi di Montagna (Responsabile scientifico Prof. Stefano Duglio) avviato grazie al Progetto UNITA insieme a partner delle Università di Brasov e Saragoza